L’ATTIVITÀ ESPLOSIVA
L’esplosività del magma è prodotta dalla violenta espansione dei gas originariamente disciolti nel liquido magmatico e liberati in seguito alla diminuzione di pressione durante la risalita del magma.I principali fattori di controllo dell’attività vulcanica sono il suo contenuto in gas e la sua viscosità. L’attività vulcanica esplosiva si manifesta con una grande varietà di tipologie, dal semplice lancio di frammenti incandescenti a pochi metri di altezza fino alla formazione di gigantesche nubi eruttive, che raggiungono altezze di oltre 50 chilometri. Una particolare categoria di attività vulcanica esplosiva è quella, assai spettacolare e violenta, risultante dalla interazione del magma con l’acqua.
CLASSIFICAZIONE DELLE ERUZIONI ESPLOSIVE
Le eruzioni esplosive sono classificate in base al grado di frammentazione del magma e all’altezza della nube eruttiva. Nonostante esista uno spettro praticamente continuo di tipologie, le eruzioni esplosive vengono tuttavia suddivise in 7 principali categorie: hawatiane, stromboliane, subpliniane, pliniane, vulcaniane, surtseyane e freatopliniane.
I primi cinque tipi sono direttamente controllati dalla liberazione dei gas inizialmente disciolti nel magma e vengono per questo denominate eruzioni magmatiche in senso stretto. Un discorso a parte meritano le eruzioni surtseyane e freatopliniane, nelle quali il carattere esplosivo è dominato dalla vaporizzazione di acqua esterna sia di origine sotterranea (acqua di falda) sia superficiale.
Le eruzioni esplosive più frequenti sull’Etna :
- LE ERUZIONI STROMBOLIANE
Le eruzioni stromboliane, che prendono nome dal vulcano Stromboli delle isole Eolie, sono prodotte da magmi di viscosità medio-bassa con un contenuto di gas generalmente maggiore di quello delle eruzioni hawaiiane. Le esplosioni, che si susseguono a intervalli regolari, si verificano in seguito all’esplosione di una grossa bolla di gas e al conseguente lancio nell’atmosfera, fino a centinaia di metri di altezza, di brandelli di lava incandescente, con velocità iniziali fino a 200 metri al secondo. Si pensa che le grosse bolle siano prodotte dalla progressiva aggregazione di piccole bolle di gas all’interno della colonna di magma. Una volta formata una grossa bolla, essa risale al fondo del cratere dove si trova una massa di lava più fredda e più viscosa. Questa contrasta l’ulteriore risalita della bolla, facendola esplodere. Poiché è necessario un certo tempo prima che una grossa bolla si riformi, le eruzioni stromboliane hanno’ di norma un carattere intermittente.
Il raffreddamento dei brandelli di lava durante il tragitto aereo porta alla ricaduta al suolo di scorie che non si saldano tra loro. Esempi notevoli di eruzioni stromboliane, oltre a quelle che si verificano a Stromboli da tempi ormai remoti, si registrano all’Etna soprattutto durante le fasi iniziali delle eruzioni. Numerose eruzioni stromboliane sono avvenute inoltre al Vesuvio nel periodo successivo alla grande eruzione del 1631. Quando questo tipo di eruzioni è associa-to a una consistente risalita di magma, le esplosioni sono molto ravvicinate e l’accumulo di scorie determina la costruzione di un cono; contemporaneamente il magma degassato trabocca formando una colata di lava. Uno degli esempi più famosi di eruzione stromboliana è quella eccentrica dell’Etna nel 1669: diede origine ai coni di scorie dei Monti Rossi e alla colata che devastò Catania.
A cura di Vincenzo Greco G.V.
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